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Piano d’azione Ue pesca: Caorle non ci sta

26.06.2023 – 9.24 – Lo scorso venerdì 23 giugno, il Sindaco di Caorle, Marco Sarto ha partecipato all’iniziativa di protesta lanciata delle marinerie italiane, compresa quella di Caorle, per ribadire il “no” al Piano d’azione Ue che impone una serie di misure ritenute dirompenti dal comparto pesca italiano ed in particolare dal mondo della rappresentanza di cooperative, imprese e lavoratori Agci Agrital. Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare, Coldiretti Impresapesca, Federpesca, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca. Nello specifico, i pescatori di Caorle ed italiani protestano contro il Piano promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030 e propone la creazione di ulteriori aree marine protette, senza considerare l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici ritenuti non aggiornati e accurati. Un Piano che – secondo le associazioni sindacali di settore – porterà alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici, anche da paesi che, a differenza dell’Europa, non prevedono particolari limitazioni per la pesca a strascico.

I pescatori di Caorle, questa mattina, hanno acceso le sirene dei motopescherecci per far sentire a tutta la comunità ed agli ospiti il grido d’allarme della categoria, preoccupata per il proprio futuro. Oltre al Sindaco di Caorle, a sostenere i pescatori di Caorle c’era anche l’Europarlamentare Rosanna Conte.

“Esprimo la mia personale solidarietà e quella di tutta l’Amministrazione Comunale al mondo della pesca che si trova a vivere un momento particolarmente difficile – afferma il Sindaco Marco Sarto – La Pesca è un settore strategico per Caorle che dà lavoro e sostentamento a molte famiglie. La speranza è che l’Unione Europea tenga conto delle specificità dei mari italiani e delle esigenze delle marinerie italiane. L’Adriatico, in particolare, non è il Mediterraneo o il Mare del Nord: queste differenze devono essere tenute in considerazione nel momento in cui si va a legiferare. La pesca italiana soffre ancora per le restrizione imposte dall’UE vent’anni fa, quando la voce dei nostri pescatori in Europa non era adeguatamente rappresentata. E’ importante sostenere oggi questa protesta, per cercare di far sentire all’Europa le esigenze di un settore produttivo che rischia di subire dei danni qualora il Piano d’Azione non venga modificato prima della definitiva adozione”.

[g.m]

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