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martedì , 3 Dicembre 2024

I giovani della Gen Z tra social media, podcast e app di dating

di Ayrin Pettorosso
08.12.2023 – 13.00 – Per cultura giovanile si fa riferimento al complesso di strumenti che i giovani utilizzano per distinguersi dalla cultura generale della società in cui vivono; strumenti che vengono sempre più radicalizzati, fino al punto da poter essere definiti, in sociologia e antropologia, come subculture. La generazione Z, quella dei nati tra il 1997 e il 2012, è quella che sembra essere maggiormente pronta a distinguersi, tanto da essere chiamata la “generazione del cambiamento“. Le sue caratteristiche principali sono l’importante utilizzo dei social media, delle piattaforme streaminga discapito della tv tradizionale e dei podcast, la diminuzione del ricorso all’alcool contrapposta a una maggiore presenza di problemi psicologici, la diminuzione dell’utilizzo di app di dating per incontri occasionali in favore di una maggiore volontà di relazioni stabili e durature. Ma soprattutto, l’apertura alle diverse culture straniere, l’attivismo culturale, la promozione delle diversità e dell’inclusività, e la sempre maggiore attenzione al cambiamento climatico e al rispetto dell’ambiente.

Uno dei tratti maggiormente rilevanti della generazione Z, è senz’altro la cultura di TikTok, app nata nel 2016 in una versione limitata al mercato cinese, ampliata nel 2017 a tutto il mondo. L’impatto di TikTok è stato talmente importante da sfociare in un problema trattato a livello governativo, infatti in molti stati è stato proposto un bando di moderazione dei contenuti dell’app, in quanto i principi necessari alla limitazione della diffusione di contenuti dannosi non risultano adeguati, inoltre, la società è stata anche accusata di violare la privacy dei propri utenti, raccogliendone i dati personali protetti. Un altro problema riscontrato, è quello dell’eccessivo utilizzo della piattaforma, soprattutto da parte dei giovani, che tendono a procrastinare guardando video, ma la cosa include anche altre fasce d’età, infatti si è arrivati al punto in cui alcune aziende hanno vietato l’utilizzo di TikTok ai propri dipendenti, dopo aver riscontrato un aumento della perdita di tempo e una diminuzione dell’efficienza lavorativa. Nonostante questo, per quanto possa sembrare assurdo, quest’app ha portato ad un’importantissima barriera anagrafica, infatti la gran parte degli over 25 non comprende il format e considera TikTok esageratamente semplice e infantile.

Un lato positivo della questione è che, nonostante il format iniziale dell’app puntasse su brevi video di performance mute accompagnate da una colonna sonora, con il tempo le cose sono cambiate, infatti, soprattutto gli utenti tra i 18 e i 24 anni, hanno iniziato a utilizzare TikTok come una nuova forma di motore di ricerca, spingendo i creator a produrre video educativi e informativi, con trucchi per scuola e lavoro, fatti storici o scientifici divertenti, e tutorial di cucina o bellezza. Inoltre, l’app è diventata anche una piattaforma di attivismo sociale, dove i giovani promuovono il cambiamento culturale, l’innovazione, la sensibilizzazione su temi delicati e la diffusione di consapevolezza su questioni di rilievo, un buon esempio può essere proprio l’hashtag #BLM, in sostegno della campagna Black Lives Matter. Altri aspetti utili di TikTok sono quelli legati alla cultura, come #BookTok che promuove libri, o altri hashtag dedicati al cinema e alla promozione di eventi culturali.

Il fenomeno della diffusione della cultura giovanile è diventato così importante da portare all’istituzione di associazionivolte allo studio della stessa. Una di queste è l’iSDC (Centro Internazionale di Studi e Documentazione per la Cultura Giovanile), associazione senza scopo di lucro volta a promuovere, selezionare, raccogliere, pubblicare e archiviare prodotti di tutti i campi derivanti dalla cultura giovanile. L’iSDC valorizza forme di linguaggio diverse, favorisce il confronto aperto e costruttivo su tematiche complesse che provengono dal mondo dei giovani e dalla contemporaneità, sempre considerando i profili storico-culturali di uno scenario di continuo cambiamento. Ma l’aspetto che risulta più interessante è la volontà di sviluppare un dialogo, non solo tra scienza, conoscenza e cultura, ma anche tra generi e soprattutto tra generazioni, tenendo sempre a mente dell’idea dei giovani come portatori di cambiamento.

[a.p]

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