22.12.2025 – 12:00 – Il tatami non è solo un luogo di competizione sportiva: può diventare anche un palcoscenico simbolico, capace di raccontare storie di resilienza, identità e libertà. È da questa intuizione che nasce Luchadoras, il progetto artistico-performativo ideato da Elena Ketra, presentato al Palazzo del Turismo di Jesolo durante il raduno internazionale di karate organizzato da Multisport Veneto. Nel contesto della Venice Cup e della Youth League, che hanno visto la partecipazione di oltre quattromila giovani atleti da tutto il mondo, l’artista ha trasformato uno spazio tradizionalmente dedicato allo sport in un laboratorio di consapevolezza corporea ed empowerment femminile. Dieci donne di età diverse hanno preso parte a un workshop di autodifesa guidato da Benedetta Mezzari, tecnica FIJLKAM, sperimentando il corpo non come luogo di vulnerabilità, ma come strumento di forza e autodeterminazione.
Il progetto si ispira all’immaginario potente delle luchadoras messicane, le lottatrici della lucha libre che, a partire dagli anni Trenta, hanno sfidato un ambiente sportivo fortemente maschile e discriminatorio. Figure iconiche che hanno saputo coniugare atletismo, teatralità e identità culturale, diventando simboli di emancipazione e resistenza. Da questa eredità nasce un linguaggio visivo e performativo che Ketra rielabora in chiave contemporanea.
Cuore simbolico di Luchadoras sono le nove maschere realizzate a mano dall’artista: oggetti rituali che racchiudono storie individuali e collettive. Indossandole, Ketra si fa “medium vivente”, ponte tra passato e presente, incarnando valori di coraggio, forza e agency femminile. Attorno al tatami, quattro totem con le immagini delle maschere creavano un dispositivo visivo immersivo, mentre gli spalti del Palaturismo, ancora vuoti in attesa delle competizioni internazionali, amplificavano il senso di sospensione e silenzio che spesso accompagna il tema dell’empowerment femminile nella sfera pubblica.
Organizzato a ridosso della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il workshop ha introdotto le partecipanti ai principi fondamentali della difesa personale: gestione dello spazio, tecniche di liberazione, attenzione al proprio corpo e all’ambiente circostante. Il supporto di Jute Sport, distributore ufficiale Adidas Combat Sports in Italia, ha contribuito a rafforzare il senso di identità collettiva attraverso magliette personalizzate, simbolo di appartenenza e condivisione.
Pur mantenendo una struttura laboratoriale, Luchadoras assume una forte dimensione performativa e culturale. Il tatami diventa un “campo di esperienza”, un luogo altro in cui linguaggi diversi – arte, sport, attivismo – si contaminano, generando nuove narrazioni. Il progetto si inserisce in una rete di collaborazioni tra istituzioni culturali, realtà sportive e piattaforme mediatiche, con il sostegno della Fondazione Solares delle Arti, configurandosi come un intervento di attivismo concreto e partecipato.
Uno degli aspetti più rilevanti di Luchadoras è la sua natura itinerante. Pensato per essere replicato in musei, fondazioni, festival, scuole, palestre e spazi pubblici, il progetto si adatta a contesti diversi, favorendo la nascita di nuove comunità temporanee e ampliando il dibattito sulle trasformazioni identitarie e sulla parità di genere. In questa prospettiva, la selezione di Elena Ketra per la residenza internazionale dell’International Studio & Curatorial Program (ISCP) di New York rappresenta un passaggio significativo: nel 2026 Luchadoras approderà negli Stati Uniti, aprendo il progetto a una dimensione internazionale e a nuovi livelli di confronto. Luchadoras dimostra come l’arte contemporanea possa uscire dai luoghi canonici per attivare spazi di riflessione e di pratica concreta. Sul tatami, il gesto dell’autodifesa diventa racconto collettivo, e il corpo, finalmente, torna a essere territorio di consapevolezza, forza e libertà.


