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Quirinale: il settimo scrutinio è nulla di fatto. Ma c’è l’accordo

29.01.2022 – 13.30 | Anche il settimo scrutinio va a vuoto, ma la sensazione è che la chiusura sia decisamente vicina. Questo è il senso della mattinata trascorsa a Montecitorio, dove – tra trattative, spaccature e ricomposizioni – sembra finalmente essersi delineata una cornice chiarissima, che già stasera potrebbe consegnare al Paese il suo Presidente. Cornice che potrebbe contenere al suo interno la stessa foto degli ultimi sette anni, ovvero quella di Mattarella, al quale è stato richiesto uno sforzo supplementare per un secondo mandato. Non è da escludere, però, che quello di Mattarella sia un nome “mediatico”, consegnato alle telecamere per non bruciare il vero nome su cui finalmente pare esserci intesa. Ma non pare, questa, una pista così probabile.

NO A PISTA BELLONI, IN NOTTATA SI TRATTA – Le trattative proseguono per tutta la notte: Matteo Renzi fa da capofila a quanti non ritengono accettabile l’elezione di Elisabetta Belloni (l’attuale ruolo di capo dei servizi segreti avrebbe in effetti delle implicazioni di un certo tipo, in caso di salita al Colle) e a ruota lo segue il centrosinistra, con il Partito Democratico che continua a proporre il Sergio Mattarella bis in alternativa a Mario Draghi o, eventualmente, Pierferdinando Casini. Un po’ di malcontento arriva comunque anche da destra, con la corrente moderata che non apprezza che l’accordo trovato da Matteo Salvini e Giuseppe Conte su Belloni sia stato reso pubblico, con il rischio di “bruciare” anche questo nome in vista dello scrutinio mattutino. Vi sono comunque anche da destra delle perplessità sul nome dell’attuale direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, principalmente da Forza Italia, che con Antonio Tajani e addirittura con Silvio Berlusconi in persona tentano di salvare l’unità dell’attuale maggioranza di Governo promuovendo un ulteriore tavolo, in mattinata, tra le forze che lo compongono per trovare altri nomi su cui accordarsi. A FI si accodano anche i centristi ed è di fatto la breccia che permette di trovare un accordo sul nome di Mattarella, a cui perfino il premier ha chiesto uno sforzo per un nuovo mandato.

MALCONTENTO LEGA, ROTTURA IN MAGGIORANZA? – Pare dunque essersi arrivati a una quadra: la tattica (che ha comunque segnato le votazioni antimeridiane) dovrebbe aver dato i frutti sperati in particolare da buona parte dell’attuale maggioranza di Governo (con esclusione della Lega, unica apparentemente scontenta tra i partiti che appoggiano l’esecutivo, ma che in realtà potrebbe avere raggiunto il proprio fine politico, con la battaglia sul Quirinale, così come FI, che potrà fregiarsi del riconoscimento di aver favorito la risoluzione dello stallo). Tra astensioni e schede bianche o nulle, sono 444 a non aver espresso una preferenza. Mattarella raccoglie 387 voti, a cui nel pomeriggio potrebbero sommarsi i 118 voti che gli mancano per sedere, ancora, al Quirinale.
di Epifanio Romano

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