22.11.2022 – 11.30 – Verranno riaperte le indagini sul dinamitardo italiano Unabomber, dopo 16 anni dell’archiviazione del caso.
Come già annunciato dai quotidiani del gruppo Gedi, il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha accettato l’istanza da parte del giornalista Marco Maisano, autore e conduttore televisivo che, insieme ai colleghi Ettore Mengozzi e Francesco Bozzi, ha condiviso il lavoro di mesi d’indagine attraverso una serie per OnePodcast.
A firmare la richiesta a fianco a Masiano, ci sono due delle donne vittime del bombarolo, Francesca Girardi e Greta Momesso, la bambina che rimase ferita dall’esplosione di una delle candele presso il duomo di Motta di Livenza.
Nel visionare i reperti sul caso, custoditi a Trieste, il giornalista ha ritrovato un capello bianco su un uovo inesploso che era stato acquistato da un uomo di Azzano Decimo nel 2000 al supermercato ‘Continente’ di Portogruaro ed altri capelli e peli reperitati recuperando un ordigno inesploso trovato a San Stino di Livenza. La richiesta di riapertura delle indagini nasce anche dalla convinzione che i progressi della scienza e in particolare dalla banca dati italiana del Dna, potrebbero portare alla luce nuove scoperte attraverso la riesamina dei reperti.
Titolari del nuovo fascicolo saranno De Nicolo e il pm Federico Frezza, ultimo pm a essersi occupato del caso Unabomber, le cui azioni vanno dal 1994 al 2006. Proprio Frezza, a seguito dell’archiviazione dell’accusa che incolpava l’ingegnere bellunese Elvo Zornitta, aveva ipotizzato il coinvolgimento di più persone negli attentati. La posizione di Zornitta venne infatti archiviata dalla Procura di Trieste quando fu scoperto che la prova di maggior accusa ritrovata nei pressi della casa dell’ingegnere era stata manomessa dal poliziotto Ezio Zernar, poi condannato proprio per questa vicenda.
[m.g]